Negli ultimi anni, il settore degli studi professionali italiani sta attraversando una fase di profonda trasformazione, spinta dalla digitalizzazione e dall’evoluzione delle esigenze dei clienti.
Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Professionisti Zucchetti, le tendenze emergenti evidenziano la necessità per gli studi commercialisti e i consulenti del lavoro di potenziare le proprie competenze digitali e ampliare l’offerta di servizi per restare competitivi.
Tuttavia, soltanto il 42% degli studi ha portato a termine la trasformazione digitale dei processi di scambio e firma documentale con i clienti, mentre un 47% non ha ancora implementato soluzioni digitali e l’11% prevede di farlo in futuro.
Su un campione rappresentativo di 1.032 studi professionali italiani, il 45% è situato nel Nord Italia, il 30% nel Centro e il 25% nel Sud e nelle Isole. In termini di specializzazione, il 60% si concentra sulla gestione contabile e fiscale, il 25% sulla consulenza del lavoro e il 15% offre entrambi i servizi.
Grazie a questa ampia rappresentatività, i dati raccolti forniscono un quadro accurato delle sfide e delle opportunità che gli studi professionali devono affrontare, sottolineando come la digitalizzazione sia diventata una priorità imprescindibile.
Il futuro degli studi professionali tra innovazione e tecnologia
La digitalizzazione dei processi rappresenta uno degli aspetti più critici per il futuro degli studi professionali. I dati evidenziano come gli studi con oltre 20 dipendenti dimostrino una maggiore propensione all’innovazione, con il 55% che ha implementato strumenti tecnologici avanzati, rispetto al 41% degli studi più piccoli, ancora in fase di adeguamento alle nuove soluzioni.
L’adozione di software per l’automazione e l’efficienza operativa è in crescita, con il 31% degli studi che prevede di incrementare gli investimenti in tecnologia nei prossimi 12 mesi, un aumento di 7 punti percentuali rispetto all’anno precedente.
Un’altra tendenza rilevante è l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Attualmente, solo il 16% degli studi ha implementato soluzioni basate sull’IA, mentre il 60% degli intervistati ritiene che questa tecnologia cambierà significativamente il proprio lavoro. Gli studi più strutturati sono più propensi all’adozione di strumenti di intelligenza artificiale, con un 30% di utilizzo rispetto al 12% degli studi più piccoli.
Specializzazione dei servizi e gestione delle risorse umane
La diversificazione dell’offerta rappresenta una leva strategica fondamentale per gli studi commercialisti e i consulenti del lavoro.
Il 74% degli studi professionali ha arricchito la propria offerta includendo servizi aggiuntivi, che per il 29% dei casi contribuiscono ad oltre un quinto del fatturato, evidenziando come la diversificazione sia una leva essenziale per la crescita e la sostenibilità economica.
I servizi più richiesti includono la consulenza aziendale, la gestione delle risorse umane e la redazione del bilancio di sostenibilità: il 24% degli studi professionali offre già questo servizio, percentuale che sale al 32% per gli studi multidisciplinari e al 42% per quelli con oltre 20 collaboratori.
Sul fronte della gestione del personale, emerge una forte difficoltà nel reperire collaboratori qualificati: il 79% degli intervistati, percentuale che sale fino al 94% al crescere delle dimensioni dello studio, segnala carenze di competenze specifiche, soprattutto in ambito digitale. Per far fronte a questa sfida, il 76% degli studi ha investito in piani di formazione e aggiornamento professionale, con una crescita di 4 punti percentuali rispetto all’anno precedente.
Investire in tecnologia e formazione sarà essenziale per mantenere la competitività e rispondere alle nuove esigenze del mercato. Gli studi che sapranno adattarsi rapidamente a queste trasformazioni potranno consolidare il loro ruolo di partner strategici per le imprese, offrendo servizi ad alto valore aggiunto e contribuendo alla crescita del tessuto economico italiano.
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