Ci viene in aiuto, per rispondere a questa domanda, l’Osservatorio Professionisti 2023 di Zucchetti. 

L’Osservatorio, nell’edizione di esordio, ha fornito importanti risposte per comprendere: 

  • le sfide dei professionisti; 
  • il livello di digitalizzazione degli studi professionali; 
  • le tendenze evolutive  

Il campione per analizzare i trend 

Il campione analizzato dalla ricerca conta 966 studi professionali, un campione ampio distribuito geograficamente su tutto il territorio italiano. 

La dimensione del campione in analisi ha fornito, quindi, importanti risultati sui quali porre la nostra attenzione. 

Consulenti del lavoro: lo scenario attuale 

Il mondo del lavoro ha subito, negli ultimi anni, importanti trasformazioni alcune indotte forzatamente, come l’avvento del lavoro ibrido durante il periodo pandemico, altre legate alla costante e complessa proliferazione legislativa. 

Il post pandemia ha portato le aziende a considerare le persone come una risorsa strategica, massimizzando, quindi, gli sforzi di retention delle stesse, migliorando il rapporto tra tempi di vita e di lavoro, ottimizzando gli spostamenti casa lavoro, introducendo strutturalmente il lavoro da remoto e creando un ambiente di lavoro olistico. 

Queste mutate esigenze aziendali hanno avuto un forte impatto sul ruolo e sull’attività degli studi trasformando il consulente del lavoro in un vero e proprio consulente strategico e decision making, non solo nel tradizionale ambito dell’amministrazione del personale ma anche in una prospettiva di consulenza allargata. 

Dallo scenario all’azione 

Come agire e reagire in uno scenario come quello descritto sopra? 

Il cambio di passo può realizzarsi solo attraverso una strategia di medio e lungo termine verso il digitale e la tecnologia. 

Il 94% degli studi afferma che grazie alla digitalizzazione potrà ricoprire un ruolo più strategico per le aziende. Infatti, il 30% degli studi in analisi, prevede di aumentare gli investimenti in software al fine di poter fornire, alle aziende, servizi sempre più evoluti come strumenti di data analysis.  

Attraverso il ricorso al digitale si possono: 

  • limitare, o quasi azzerare, le attività più ripetitive e a minor valore, tipiche dell’elaborazione delle buste paga, permettendo al professionista di liberare tempo e risorse per potersi affiancare al meglio alle aziende clienti; 
  • azzerare gli errori introducendo funzioni software per il controllo automatico della corretta elaborazione dei cedolini; 
  • evolvere i modelli di lavoro e collaborazione tra studio e azienda, introducendo servizi di insourcing; 
  • digitalizzare i documenti e i processi documentali attraverso l’introduzione di corretti strumenti per la conservazione dei documenti di lavoro (LUL) e attraverso l’introduzione delle firme digitali. 

Dai servizi core ai nuovi servizi 

Dall’analisi dell’Osservatorio Zucchetti si evince che il 57% dei consulenti del lavoro non offre, in modo strategico e sistematico, servizi aggiuntivi, a fronte di una media del 35% di commercialisti e studi multidisciplinari, poiché l’impatto sul fatturato non è ancora considerevole. 

Tuttavia, in linea con le mutate esigenze delle aziende, i consulenti del lavoro hanno introdotto nuovi servizi al paniere di riferimento, servizi che generano una remunerazione allo studio. 

Tra i nuovi servizi introdotti troviamo: 

  • Outsourcing delle presenze; 
  • Welfare e fringe benefit

Il welfare, in particolare, è uno dei servizi maggiormente richiesti dalle aziende sia per la forte attenzione che le stesse stanno ponendo in relazione al benessere del lavoratore (sia esso aziendale che di vita in generale) sia per le evoluzioni normative e di contrattazione che hanno caratterizzato questo istituto, inserendolo nel novero di strumento di integrazione del reddito non solo nelle grandi aziende ma anche in quelle di piccole dimensioni. 

È nata infatti una vera e propria cultura del welfare aziendale. 

Riscontrano meno successo, invece, nel paniere dei nuovi servizi: 

  • la gestione e il controllo dei rimborsi spese; 
  • la preselezione e la selezione del personale; 
  • la sicurezza sul lavoro. 

Nuove competenze e upskilling: la formazione  

L’evoluzione normativa, la difficoltà nel trovare talenti e risorse formate, la necessità di aggiornare le competenze interne e di crearne di nuove fanno sì che la formazione torni ad essere uno dei pilastri importanti all’interno degli studi. 

Secondo l’Osservatorio Zucchetti l’83% dei consulenti del lavoro propone (o lo farà a breve) piani di formazione normativa ai collaboratori. La costante evoluzione normativa impone agli studi di pianificare la formazione in modo sistematico e costante nel tempo. 

La formazione deve però affiancarsi all’attività lavorativa, ecco perché diventa importante che la stessa sia flessibile e che assecondi le esigenze e i ritmi di lavoro dello studio. 

Il 68% dei consulenti del lavoro afferma, infatti, di adottare o ricercare modalità formative self-service e da remoto. 

Anche nel campo della formazione, la tecnologia potrà aiutare lo studio a rendere più puntuale, costante e rapida la formazione dei collaboratori, in un’ottica sempre più orientata al micro-learning. 

Le novità legislative in materia giuslavoristica e le evoluzioni, in senso più ampio, del mondo del lavoro dovranno infatti essere sempre più correlate alle attività che l’operatore svolge all’interno del software paghe, richiamabili per mezzo di link ipertestuali sempre aggiornati, con motori di ricerca integrati nella soluzione software e secondo la logica “dove serve, quando serve”. 

La necessità di aggiornarsi attraverso soluzioni adeguate

Per distinguersi sul mercato, ampliando l’offerta dei servizi occorre, necessariamente, effettuare un aggiornamento delle competenze delle risorse di studio, attraverso piani formativi, nonché una riorganizzazione dei modelli di lavoro volta ad ottenere una maggiore cooperazione tra competenze specialistiche. 

L’introduzione di nuove competenze può anche avvenire attraverso l’attivazione di collaborazioni stabili tra professionisti, creando studi multidisciplinari pronti a soddisfare a 360° le richieste del mercato. 

Secondo l’osservatorio professionisti di Zucchetti gli studi che diversificano la loro offerta sono quelli che chiedono maggiormente soluzioni evolute (es. strumenti di analisi dei dati) nonché quelli che presentano una maggiore tendenza ad investire nel tempo in software.  

La “citizien technology”, ovvero l’uso della tecnologia per migliorare i processi di gestione in diversi ambiti, può avere molteplici applicazioni all’interno degli studi professionali, migliorando l’efficienza e la trasparenza dei flussi di comunicazione, sia tra i collaboratori che nei confronti dei clienti esemplificando, così, la gestione dei progetti e la condivisione delle informazioni. 


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