Dal 15 luglio 2022 è in vigore il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (in forma abbreviata, CCII), così come disciplinato con il decreto legislativo 12 gennaio 2019. Nel tempo sono state introdotte alcune modifiche e precisazioni al testo originale: si è arrivati ora al terzo correttivo del Codice della crisi, con il Decreto Legislativo n. 136 del 13 settembre 2024, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 227 del 27 settembre 2024. Vediamo quali sono gli obiettivi di questa nuova modifica, cosa cambia a livello del revisore legale, come il correttivo ha reso più efficace il sistema di allerta precoce e quale impatto avrà sull’attività dei commercialisti. 

Le novità e gli obiettivi del correttivo del Codice della crisi 

Il legislatore è stato spinto a ritornare sul tema della prevenzione della crisi d’impresa con un terzo correttivo essenzialmente per tre motivi:  

  1. allineare il sistema vigente alle necessità pratiche del sistema paese 
  1. rispondere alle esigenze emerse dal 2022  
  1. adeguarsi agli impegni del Piano Nazionale Ripresa Resilienza.  

Il Decreto Legislativo 13 settembre 2024, n. 136 è andato a rafforzare il ruolo dei professionisti come parte integrante e fondamentale del processo, a rendere più efficace la prevenzione della crisi e a ottimizzare le procedure di regolazione. 

Di particolare interesse è per l’appunto l’enfasi posta sulla prevenzione della crisi, con un netto potenziamento del sistema di allerta precoce: l’intento è quello di dare gli strumenti per intervenire in modo efficace ben prima di dover affrontare un dissesto conclamato. E ancora, con il correttivo del 2024 al Codice della crisi è stata introdotta la possibilità di accedere alla composizione negoziata anche in presenza di semplici squilibri, sempre in ottica di far emergere la crisi in tempo. 

L’estensione del ruolo al revisore legale 

Il correttivo del Codice della Crisi 2024 è andato a rendere più stringenti i requisiti di accesso alle professioni di curatore, liquidatore e commissario giudiziale. Ma non è tutto qui: considerando che lo scopo ultimo degli adeguati assetti è quello di prevenire situazioni di crisi prima ancora che queste siano conclamate, va sottolineato lo sforzo per estendere la platea di soggetti che monitorino le aziende e verifichino che queste abbiano messo in atto un sistema anticrisi a norma di legge. Questo consente di raggiungere un numero più alto di aziende, anche quelle apparentemente sane. 

L’articolo 25-octies stabilisce che l’organo di controllo societario e il soggetto preposto alla revisione legale devono notificare all’organo amministrativo la sussistenza di presupposti per l’emersione anticipata della crisi e dell’insolvenza. Con questa comunicazione si invita esplicitamente ad adottare azioni correttive e preventive, da farsi entro 30 giorni dalla comunicazione. In caso di inerzia dell’organo amministrativo è possibile procedere con l’istanza di accesso alla composizione negoziata. 

Indicatori di crisi: non solo segnalatori di crisi conclamata 

Il correttivo interviene anche sull’articolo 3, comma 4, in merito all’allerta precoce, sottolineando che gli indicatori tipizzati previsti ai fini di prevenzione non servono solo a rilevare una crisi in atto, ma possono essere utilizzati per prevedere e prevenire una crisi. L’obiettivo è stato chiaramente quello di rimarcare la natura preventiva degli indicatori, i quali non si limitano a rilevare una situazione di crisi in atto, ma possono anzi essere impiegati per prevedere e prevenire una crisi. 

Importanza della valutazione dello stato di salute finanziaria 

Alla luce di queste novità, è fondamentale valutare regolarmente e in modo approfondito lo stato di salute finanziaria e creditizia delle imprese clienti, per non rischiare di trascurare nessun aspetto. Può essere estremamente preziosa da questo punto di vista la riclassificazione del bilancio, attraverso la quale rielaborare e riorganizzare le diverse voci incluse nel bilancio dell’azienda, così da rendere quest’ultimo più facile e rapido da comprendere e valutare.  I moderni software per la gestione degli assetti e la prevenzione delle crisi aziendali possono facilitare questo processo: offrendo una suddivisione chiara tra attività, passività e patrimonio netto, semplificano e rendono più accurato il calcolo e l’interpretazione degli indicatori di liquidità, e solvibilità. 

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