È ormai chiaro a tutti: l’evoluzione tecnologica che ha investito e continua a investire gli studi professionali offre sfide non trascurabili ma anche significative opportunità. Con le nuove tecnologie è possibile fare di più, meglio e in meno tempo. Ma non è tutto qui, in quanto, potendo contare sui più innovativi strumenti digitali, il professionista può offrire nuovi servizi; con il commercialista moderno che, per esempio, può essere molto più di un esperto in materia contabile e fiscale, offrendo una consulenza strategica ben più ampia e approfondita. Cosa occorre allo studio professionale per fare questo step essenziale? A livello superficiale si potrebbe pensare che sia sufficiente acquistare gli strumenti giusti, dal software per la gestione fiscale fino al software per l’organizzazione dello studio stesso. Le cose non stanno però esattamente così: senza la giusta mentalità digitale, l’avanzamento infatti può risultare ostacolato.
Cos’è la mentalità digitale e perché è così importante per uno studio
Per la trasformazione digitale dello studio non bastano quindi le più recenti tecnologie per commercialisti e consulenti. È necessaria anche una buona mentalità digitale, la quale può essere perfino più importante dell’avere delle competenze digitali specifiche: con la mentalità giusta è infatti possibile favorire l’organizzazione dello studio nel suo insieme e sviluppare il benessere di chi vi lavora.
Certo, non si può pensare a un percorso di digitalizzazione che non contempli una componente tecnologica e una componente di conoscenze tecniche; limitandosi a questi due elementi, però, ci si potrebbe trovare ad acquistare gli strumenti sbagliati, a utilizzarli poco o nel modo meno efficace. Per prevenire questi eventi negativi è bene per l’appunto sviluppare una mentalità digitale, fondata su questi elementi fondamentali:
- L’apertura al nuovo: chi oppone resistenza al cambiamento finisce per rappresentare il principale e più grave ostacolo alla digitalizzazione del proprio studio, che soprattutto da questo punto di vista deve essere gestito in modo imprenditoriale. Al momento giusto è necessario essere in grado di abbandonare tecniche, metodi e strumenti usati fino a quel momento e, accettando la necessità dell’evoluzione, abbracciare il cambiamento;
- La curiosità: avere una mentalità digitale vuol dire accompagnare la trasformazione dello studio senza viverla come un obbligo calato dall’alto, nella consapevolezza che l’esplorazione di nuovi scenari può portare grandi vantaggi. Il professionista curioso, da questo punto di vista, è quello che affronta nel modo ideale la digitalizzazione;
- La formazione continua: dall’apertura al cambiamento e dalla curiosità derivano necessariamente la voglia di apprendere nuove competenze, con una formazione continua che può essere sia formale che informale, sia individuale che di gruppo;
- La ricerca della soluzione giusta: avere una mentalità digitale vuol dire soprattutto essere proattivi e propositivi, individuando i piccoli e grandi problemi dello studio, così come le preoccupazioni e le esigenze dei clienti, per trovare di conseguenza delle soluzioni innovative, originali, su misura ed efficaci.
Verso una migliore gestione delle attività e dello studio
Avere una mentalità digitale in uno studio professionale, in estrema sintesi, è riuscire a domandarsi quotidianamente se esiste un modo migliore per affrontare un’attività o un problema, senza fossilizzarsi sui metodi classici, sulla tradizione, sull’ “abbiamo sempre fatto in questo modo”. Da qui nascono la passione, la curiosità, la proattività, che portano necessariamente allo sviluppo delle competenze necessarie e all’individuazione dei migliori strumenti per lo studio professionale moderno. Tutto dovrebbe partire, quindi, dal giusto digital mindset.
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