Gli operatori economici che hanno ricevuto gli aiuti di Stato durante l’emergenza Covid-19 avranno più tempo per inviare le necessarie dichiarazioni sostitutive all’Agenzia delle Entrate. A deciderlo è stato la stessa Agenzia, con un provvedimento firmato il giorno 22 giugno 2022 dal direttore Ernesto Maria Ruffini.
La nuova data per la comunicazione è fissata al 30 novembre 2022: entro quel giorno tutti gli operatori economici tenuti ad auto dichiarare l’importo complessivo dei sostegni ricevuti, dovranno quindi effettuare questa importante comunicazione, usufruendo dei canali telematici o del servizio web messo a disposizione nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate.
Vale la pena ricordare anche qual è l’obiettivo dell’autodichiarazione: si tratta di fatto di un’attestazione che dichiara che gli aiuti ricevuti non superano i massimali indicati nella Comunicazione della Commissione europea “Temporary Framework”.
Chi ha oltrepassato i limiti previsti è invece tenuto a inviare – sempre entro il 30 novembre – una dichiarazione in cui si comunicheranno gli importi che si intendono restituire spontaneamente, seguendo quanto riportato dal provvedimento del 27 aprile 2022 dall’Agenzia delle Entrate.
In entrambi i casi sarà prezioso per i contribuenti il supporto del commercialista: vediamo più nel dettaglio cos’altro c’è da sapere in vista della scadenza di fine novembre.
Al 30 novembre anche le partite Iva con importante calo del fatturato nel 2020
Nel provvedimento viene specificato che c’è la facoltà di posticipare l’invio della dichiarazione al 30 novembre (rispetto alla data originale del 20 giugno) anche per un altro gruppo di contribuenti.
Si parla di tutti i contribuenti che si avvalgono della definizione agevolata delle somme dovute come conseguenza del controllo automatizzato delle dichiarazioni (si far riferimento a quanto riportato all’articolo 5, commi da 1 a 9 del Dl n. 41/2021).
Per loro è disposta la possibilità di inoltrare l’autodichiarazione entro il 30 novembre oppure – nel caso la data risulti successiva – entro i 60 giorni a partire dal pagamento delle somme o della prima rata di esse.
Rientrano in questo discorso tutte le partite Iva che, per via dell’emergenza scaturita dalla pandemia Covid-19, nel 2020 hanno conosciuto un fatturato complessivo del 30% minore rispetto a quello del 2019.
Un adempimento oneroso: il supporto del professionista
Questo adempimento eccezionale è stato definito da più osservatori come oneroso, con qualche commento sulla scarsa lungimiranza del legislatore.
Non ci sono però dubbi: la completezza delle informazioni riportate nel provvedimento dell’Agenzia delle Entrate da una parte, e l’aiuto dei consulenti alle imprese dall’altra, permetterà di affrontare anche questi passaggi in modo sereno.
A patto, si sottolinea, che lo studio professionale disponga di un software in grado di gestire in modo integrato, sia in formato telematico che in formato cartaceo, tutta la modulistica utilizzata per dialogare con la Pubblica Amministrazione e l’Agenzia delle Entrate.
Ancora una volta l’integrazione si dimostra fondamentale, così da poter attingere ai dati delle imprese clienti in modo diretto e compilare velocemente e correttamente il modulo della dichiarazione.
L’affiancamento del professionista all’azienda cliente
La proroga dunque, conseguente alla pubblicazione del decreto “Semplificazioni fiscali”, consente di mettere a punto, da parte del professionista, un puntuale affiancamento all’azienda cliente che si è trovata a fronteggiare, a causa dell’emergenza sanitaria, una criticità anche dal punto di vista della liquidità.
Al professionista è richiesto un ruolo sempre più importante per non perdere di vista la visione d’insieme e la direzione dell’andamento dell’azienda. Come può intervenire efficacemente? Utilizzando un vero e proprio ‘sistema digitale’ che possa integrare do volta in volta le novità dal punto di vista degli adempimenti, sfruttando la presenza di dati e anagrafiche già inserite e in grado di dialogare con l’Agenzia delle Entrate.
Il concetto di semplificazione che lo studio professionale deve far proprio, parte dunque proprio da una rinnovata mentalità tecnologica del professionista, la sola in grado di introdurre una significativa portata innovativa.
Vuoi saperne di più sui sistemi digitali per i commercialisti?